La Pala di Fermo di Lorenzo Lotto. Tecnica di esecuzione

La Pala di Fermo di Lorenzo Lotto. Tecnica di esecuzione

Lorenzo Lotto, Madonna Assunta con Sant’Andrea e San Girolamo. Dal Bollettino ICR n. 24/25. Contributo conclusivo del restauro eseguito fra dicembre 2010 e febbraio 2011.

La Pala di Fermo di Lorenzo Lotto. Dopo il restauro
La Pala di Fermo di Lorenzo Lotto. Dopo il restauro

Struttura di sostegno

Il dipinto è montato su di un telaio in legno di abete, con traversa orizzontale e sistema di espansione angolare a biette, risalente al restauro del 1980. Non ci sono notizie né di tracce sulla superficie pittorica della struttura di sostegno originale, e sappiamo che il dipinto venne trovato arrotolato. Si suppone, tuttavia, in base alle tracce di chiodatura originale sui bordi della tela, che l’antico telaio avesse le stesse dimensioni dell’attuale.

Supporto

Il supporto è costituito da una sola tela di lino con trama a tovagliato del tipo damascato a losanghe intrecciate. Il damasco di lino, definito di Fiandra o di Venezia, è abbastanza diffuso tra il Cinquecento e il Seicento nel centro-nord Italia ed è garanzia di un supporto di buona qualità, resistente e compatto. Presente anche nell’Annunciazione di Recanati dello stesso Lotto, si ritrova pressoché identico, ad esempio, nel ritratto di Paolo III Farnese con i nipoti di Tiziano (Napoli, Museo di Capodimonte).

Sul bordo sinistro, nella parte alta, sembra visibile la cimosa, il bordo destro è frammentario e quindi non è possibile capire se il tessuto fosse utilizzato in verticale o in tutta la sua altezza /cm 145 circa) o avesse addirittura un’altezza superiore. Stupisce la dimensione del tessuto da cimosa a cimosa perché di norma nell’epoca di esecuzione erano utilizzati telai e, di conseguenza, tessuti di dimensioni minori. Non sono state d’altra parte rinvenute cuciture e quindi sembra trattarsi di un’unica pezza di tessuto. Anche se i bordi sono lacunosi è possibile identificare i segni della chiodatura originale, nel lato destro assai prossimi alla pittura, a una distanza di 2-3 cm uno dall’altro.,

Stati preparatori

Le preparazioni impiegate da Lotto comprendono frequentemente uno strato di gesso e colla talmente sottile da lasciar intravedere la trama del supporto, con tecnica affine a quella dei tuchlein. Nel nostro dipinto, invece, per quanto in spessore ridotto e con evidenza della trama a tovagliato sembra presente, in base agli esiti delle indagini EDXRF e ai test di solubilità, biacca con legante oleoso. La colorazione sembra essere generalmente di tonalità avorio ma, osservando attentamente si possono notare tonalità differenti a seconda della localizzazione.

La Pala di Fermo di Lorenzo Lotto. Al momento della scoperta
La Pala di Fermo di Lorenzo Lotto. Al momento della scoperta

In particolare le zone degli incarnati mostrano, attraverso le abrasioni dello strato pittorico, una coloritura azzurrina e quelle delle nuvole e della roccia sulla destra una tonalità rosata. Visto il ridottissimo spessore dello strato la colorazione sembra ottenuta per velatura e non nell’impasto.

Disegno preparatorio

Mediante la riflettografia IR è stato possibile identificare uno spostamento, visibile anche ad occhio nudo attraverso gli strati pittorici, delle figure di sant’Andrea e san Girolamo. La variazione è probabilmente dovuta a esigenze di impostazione prospeettica.

Pellicola pittorica

La pellicola pittorica è stesa con pennellate fluide e per velature, con abbondante uso di lacche trasparenti. È evidente, osservano il dipinto, soprattutto a pulitura ultimata, la ricchezza e delicatezza della gamma cromatica impiegata dal pittore, sempre orientata verso tonalità fredde.

Colpisce in particolare la gamma dei blu, tutti sottilmente differenti, presenti nel dipinto e ancor più stupisce che dalle indagini EDXRF essi risultino uniformemente a base di rame. Considerando che alcuni elementi non sono evidenziabili con questo tipo di indagine e partendo dalla conoscenza che l’unico blu contenente rame è l’azzurrite, di tonalità tendente al verde-turchese, si può comunque supporre che le variazioni siano ottenute da inusuali miscele e sovrapposizioni per velature, fattore spesso emergente nella tecnica di Lotto. Ad avvalorare l’ipotesi è la fotografia infrarossa in falso colore, che restituisce tonalità differenti per le diverse campiture. Il cielo è, ad esempio, realizzato con una stesura di base azzurro-turchese, verosimilmente azzurrite sulla quale però sono applicate pennellate orizzontali di tono più scuro e più freddo.

I blu del manto della Vergine e dell’abito di sant’Andrea, simili ma non uguali, vista la tonalità fredda e i vistosi cretti, potrebbero essere ottenuti da una miscela contenente, oltre all’azzurrite e al rosso cinabro, anche oltremare e lacche rosse. La presenza di lacche in notevole spessore e vistosamente crettate è anche anche evidente nelle parti più scure del manto del san Gerolamo.

La Pala di Fermo di Lorenzo Lotto. Particolare del cretto del manto della Vergine
Particolare del cretto del manto della Vergine

I verdi, anch’essi contenenti rame, risultano costituiti da resinato di rame come conferma anche la tipica alterazione bruna. In prossimità del margine destro è da notare, a conferma, nel fogliame sulla testa del leone, una piccola porzione di verde non alterato perché originariamente ripiegata sul bordo del telaio e protetto dalle radiazioni luminose.

Altro particolare tecnicamente rimarchevole nel Lotto e evidente in quest’opera è il conseguimento di particolari effetti di vibrazione cromatica attraverso la sovrapposizione di toni caldi a toni freddi e viceversa. Basta notare l’abito del sant’Andrea, la cui tecnica di esecuzione è evidenziata dallo stato di degrado e dalla parziale perdita delle velature, dove a una base bianco ghiaccio è sovrapposta una velatura trasparente aranciata, o i piedi dello stesso santo e dell’incarnato del san Girolamo dove alla stesura calda soggiace una preparazione azzurrina. Per contro le nuvole e la roccia grigia sulla destra sembrano essere dipinte su di una base rosata.

In prossimità dei capelli del san Girolamo si nota inoltre una sagoma sommariamente accennata di colore azzurro violaceo, come se di trattasse di un abbozzo preliminare, sulla quale sono poi realizzati i particolari con veloci e sottili pennellate

[….]

(L’articolo integrale, di Fabio Aramini, Maria Rita Giuliani, Anna Maria Marcone, Stefano Ridolfi, Fabio Talarico, Mauro Torre, si trova sul bumero 24-25 del Bollettino ICR, Nardini Editore)

https://www.nardinieditore.it/categoria-prodotto/bollettino-icr/bollettino-icr-abbonamenti/

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