L’Adorazione dei Pastori in avorio del Museo degli Argenti a Firenze
Un restauro e una rivisitazione
Il restauro che ha dato nuova vita e luce a quest’opera esposta nella Sala degli Avori del museo, è stata l’occasione per una rilettura dell’altorilievo insieme agli altri avori già riuniti al Museo del Bargello e facenti parte anticamente della collezione del cardinal Leopoldo.
Il bassorilievo in zanna d’avorio con l’Adorazione dei Pastori è composto da 25 pezzi di varie dimensioni e spessori assemblati insieme. La dimensione totale misura 53,5 x 35 cm. L’artista è costretto a seguire la tecnica dell’assemblaggio per ottenere la superficie totale da decorare, dato che la zanna d’avorio è di dimensioni limitate.
Il valore artistico di quest’opera viene sottolineato dall’abilità tecnica e dalla conoscenza della materia dell’artista, che ha sfruttato i grandi spessori, applicati appositamente nella parte inferiore, fino a 25 mm, per eseguire un altorilievo, mentre negli spessori bassi, dando quasi più accenni che colpi incisivi di scalpello, ha sputo donare profondità alle figure che risaltano a volte nello spessore minimo di una frazione di millimetro. Seguendo la consuetudine nei lavori di avorio ha lisciato e dato lucentezza alla materia mettendo in risalto la sua bellezza naturale.
La cornice risale al XIX secolo, è modanata semplicemente e dorata; le decorazioni sul passe-partout sono ottenute tramite brunitoio sulla doratura non brunita.
Nella maggior parte dei grandi spessori l’avorio si è conservato benissimo. Nel corso del tempo l’avorio così spesso e compatto non può subire tante influenze termico-fisiche: a parte la presenza di qualche cretto lungo la venatura in genere la superficie è ottimamente conservata. Per contro gli spessori sottili hanno subito forti lesioni, “strappi per due motivi; una causa è il ritiro del legno d’abete di supporto su cui le singole tavole d’avorio sono state incollate e avvitate con viti a legno prima della lavorazione. Il legno si è ritirato e l’avorio in tale contesto, opponendosi alla forza adesiva della colla di cartilagine, si è strappato in diagonale, nel senso della propria venatura, anche a causa del naturale ritiro del materiale per secchezza.[…]
Indice:
Una nuova lettura
Tecnica esecutiva e restauro
Note
Abstract
Di Marilena Mosco, Bettina Schindler
Estratto da Kermes 51 (Luglio-Settembre 2003) – pagine 59-64 + abstract
ARTICOLO IN VERSIONE DIGITALE IN FORMATO PDF – DIGITAL VERSION IN PDF FORMAT
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